Eccoci al fatidico Black Friday, appuntamento-fenomeno di shopping mondiale (ormai quasi più gettonato del classico periodo pre-natalizio), settimana evento dell’anno per tutte le aziende di retail e momento elettrico per tutte le agenzie e i reparti di marketing e comunicazione. Sì, perché con il Black Friday non si sparla solo di sconti e promozioni, ma anche di un’opportunità per attenzionare al target di riferimento i prodotti di punta e le nuove proposte di stagione, così come la circostanza perfetta per fidelizzare i clienti con iniziative personalizzate e vantaggi esclusivi, nonché l’occasione per avvicinare nuovi possibili acquirenti e rafforzare la percezione della propria identità di brand. Del resto, ottimo Black Friday fa curriculum, laddove un’azienda, a confronto con un flusso di consumatori più intenso, si fa trovare sollecita, efficiente, smart e riesce a reinterpretare la ricorrenza con un approccio e uno stile unici, che rivelano molto della sua filosofia ed etica, aumentando così la brand awareness! Ma se, per questo, il Black Friday acquista mille sfumature e si evolve nelle sue modalità e proposte, l’intenzione rimane quella originaria. Andiamo dunque a rinfrescare come prende il via, le ipotesi dietro al suo nome, per fare infine il punto sugli ultimi trend di shopping che porta con sé.

Come nasce il Black Friday?

Per le fan di Sex and the city, ma non solo, il nome “Macy’s” dice sicuramente qualcosa! Si tratta infatti della famosissima catena di grandi magazzini americana, così iconici a New York, come in tutti gli States. Macy’s è dunque l’artefice del Black Friday, decidendo, nel 1924, di organizzare una parata a New York il venerdì immediatamente successivo al sentitissimo Giorno del Ringraziamento. A completamento di questa speciale iniziativa, nell’arco della giornata vennero attivati degli sconti davvero sensazionali, per aprire calorosamente la strada allo shopping natalizio. Da quel momento in poi la proposta di Macy’s si diffonde a macchia d’olio, imitata da altri negozi, boutique, catene e attività commerciali di vario tipo, fino a diventare consolidata tradizione.

Le varie ipotesi sull’origine del nome “Black Friday”.

Se l’iniziatore del format “Black Friday” è appunto risaputo, l’origine del suo nome rimane invece piuttosto incerta. Molte ipotesi, tra cui alcune bufale (su un presunto collegamento alla vendita degli schiavi) che hanno acceso un po’ di anni fa il dibattito sui social, ma quelle più accreditate alla fine rimangono tre:

  • Philadelphia, 1961: l’espressione “Black Friday” è coniata in riferimento al traffico impressionante che congestiona la città per la caccia agli sconti.
  • Sempre Philadelphia 1961, versione alternativa: si svolge l’animato match di football Esercito contro Marina e i poliziotti sono compresi nell’arduo compito di gestire il caos stradale causato dai tantissimi tifosi accorsi in città… per i primi, decisamente un “Black Friday”!
  • “Balck”, il colore dei registri contabili. Al termine del venerdì dopo il Ringraziamento, grazie alle promozioni, i negozianti d’America compilano i loro registri contabili, segnando con la penna nera i conti in attivo (la penna rossa, al contrario, è dedicata all’annotazione dei conti in perdita).

Black Friday shopping: le tendenze più attuali.

Il primo dato sull’evolversi del Black Friday è noto e condiviso: ormai non è “black” solo il venerdì, ma gli sconti si estendono a tutta la settimana. Questo permette infatti agli acquirenti di usufruire di un’esperienza d’acquisto meno frenetica e all’azienda, con i suoi store fisici e online di non incombere in problemi tecnici e disguidi, che rischiano di provocare l’insoddisfazione e il disappunto del cliente. A ciò si aggiunge un progressivo e consistente aumento dello shopping digitale, che non va però a soppiantare lo shopping fisico, ma piuttosto viaggia in parallelo. Dal negozio fisico all’e-commerce il viavai si alterna infatti con ritmo regolare, scaturendo spesso a partire da annunci e campagne sui social: al primo posto Instagram e, a seguire, Facebook e TikTok. Social ads, Campagne e Stories danno oltretutto vita e incentivo ad acquisti fatti a mano in shop più piccoli e indipendenti con spazio di vendita fisico. Per quanto riguarda gli acquisti online, invece, si può notare come l’AI giochi un ruolo sempre più interessante e attivo. Non solo raccomandazioni personalizzate sui prodotti, anche assistenti virtuali a disposizione per fare domande e richieste specifiche, fino ai rilevatori di offerte e ribassi sulle preferenze di ricerca, ai più immersivi virtual tour degli shop e degli showroom. Tutte modalità che arricchiscono e determinano l’esperienza d’acquisto, rivelando una duplice tendenza di comportamento e gusto: la ricerca di prodotti quanto più personalizzati nella modalità di un acquisto online. A questo proposito, allora, lunga vita a tutte quelle aziende che saranno in grado di offrire, con il supporto della tecnologia digitale, un’attenzione davvero custom made verso il cliente, sia nel processo di vendita tradizionale sia nell’online!