Intorno a metà dicembre 2023, Meta rilascia il nuovo social Threads anche in Europa (negli USA era uscito già a luglio) con questa dichiarazione: “Threads è un’app creata dal team di Instagram per condividere messaggi di testo e partecipare a conversazioni pubbliche. Con l’annuncio di oggi, siamo felici di dare ad un numero ancora maggiore di persone l’opportunità di seguire e prendere parte alle conversazioni a cui tengono. Dal lancio di Threads negli USA a luglio, abbiamo apportato notevoli miglioramenti all’app, tra cui un’esperienza web, un feed ‘Seguiti’, la possibilità di modificare un post, di effettuare ricerche con parole chiave, di taggare argomenti e altro ancora. Siamo entusiasti di vedere sempre più persone utilizzare Threads e continueremo ad ascoltare i feedback della community per migliorare ulteriormente l’esperienza”.

Come funziona e cosa puoi fare con un profilo Threads?

Prima di tutto, scarichiamo l’app e ci colleghiamo con il nostro account Instagram (il link a Threads apparirà in automatico nella nostra bio); quindi, scegliamo un bel primo piano per la foto profilo (magari un po’ diversa da quella di Instagram), scriviamo una breve didascalia per presentarci e rendere esplicito il nostro obiettivo/interesse su questa nuova piattaforma. Per fortuna possiamo scegliere di seguire automaticamente gli stessi account che già si seguono su Instagram, in modo da avere una base e indirizzare il sistema sui contenuti che potrebbero interessarci. Ecco fatto: siamo dentro anche noi!

L’interfaccia appare pulita e minimalista, con le icone posizionate nell’apposita barra, che rimandano a funzioni come ricerca (lente di ingrandimento), attività (cuore) e impostazioni (omino). Ora possiamo:

  • pubblicare un post, facendo tap o clic sull’icona della matita sul quaderno, allegando anche foto, video o link esterni;
  • seguire altri account e menzionarli nei post, e inviare messaggi privati utilizzando la messaggistica di Instagram;
  • fare like, ripubblicare, commentare oppure condividere tramite messaggi DM.

I tag funzionano in modo differente rispetto agli altri social network: invece che una singola parola, possiamo categorizzare ogni post con un’intera frase, con tanto di spazi e caratteri speciali. Per il momento, possiamo utilizzare soltanto un tag per post, ma almeno così eviteremo un po’ di spam. I threads (che, per chi se lo stesse chiedendo, potrebbero essere riferiti in ambito web a una discussione su uno specifico argomento, o, più semplicemente, richiamare la parola “filo”) possono contenere messaggi lunghi fino a 500 caratteri, un numero significativamente superiore ai 280 caratteri attualmente messi a disposizione da Twitter/ X.

Threads, rispetto ad X: grande rivoluzione o sfida commerciale?

Ora siamo pronti anche noi a dire la nostra! Ma prima una domanda: perché noi europei abbiamo dovuto aspettare così tanto? Il motivo ha a che vedere con i dati degli utenti. Nell’Unione europea, la raccolta e la gestione di queste informazioni sono disciplinate dal GDPR, e, secondo il Garante della privacy irlandese, Meta non aveva fornito sufficienti rassicurazioni su come avrebbe usato i dati degli utenti per mostrare loro annunci pubblicitari “su misura”, individuati proprio partendo da tali informazioni. Al suo debutto, Threads ha registrato 30mila download negli Stati Uniti, tra cui molti “esuli” dalla piattaforma dell’ex uccellino cinguettante dopo la “rivoluzione” attuata da Elon Musk. Possiamo dirlo tranquillamente: con la sua nuova creatura Zuckerberg punta proprio a sostituire l’originario Twitter, che per anni è stato il punto di riferimento per avere notizie in tempo reale. Da quando è stato acquisito da Musk, il celebre social di microblogging – che era già in affanno da tempo – pare sia sempre più in difficoltà: la campagna di abbonamenti a pagamento non è decollata, i ricavi pubblicitari sono crollati e gli inserzionisti dimezzati. Il declino è evidente, insomma, sia in termini di qualità del dibattito che di quantità di utenti che lo usano. X è ormai percepito come uno spazio di disinformazione in cui gli algoritmi privilegiano fonti poco affidabili o, spesso, di parte e dunque imparziali agli occhi di molti. Anche Threads si propone come un social “di parole”, che offre a tutti la possibilità di esprimersi, senza discriminazioni né vincoli, assicurando nel contempo un’accurata supervisione dei contenuti per evitare la proliferazione di fake news. L’augurio è che l’obiettivo di questo nuovo mezzo sia favorire lo scambio di opinioni pubbliche – originali, riflettute, rispettose – e non l’ennesima trovata mediatica/commerciale nello scontro infinito tra due miliardari. Ma, per questo, abbiamo modo di farci un’idea più certa nell’arco dei prossimi mesi!