Ogni brand è unico, con una storia, una filosofia e un sistema di valori essenziali che lo distinguono. Per questo, arriva il momento in cui c’è bisogno di comunicare tutti questi elementi in modo diretto e coinvolgente, per delineare la propria brand identity, per aggiornarla o per rafforzarla. E dunque, a questo scopo, nel panorama digitale odierno, risulta strategico e imprescindibile avere un proprio corporate video. I contenuti video sfruttano infatti il potere dell’immediatezza e riescono ad unire la potenza del racconto con quella delle immagini. Bisogna però fare attenzione a non convincersi che un video pensato per una strategia social sia la stessa cosa di un video ideato per comunicare ciò che l’azienda rappresenta. Quindi, di cosa c’è bisogno per riuscire a creare un video efficace in questo senso? Partendo dal metodo del nostro videomaker e video editor Manuel, abbiamo raccolto cinque punti fondamentali da seguire durante la creazione di un video corporate, che possono aiutarvi a raggiungere un risultato davvero brillante.

Tre ingredienti per l’ispirazione del mood

«Mi piace pensare che alla base di tutto il progetto ci sia sempre una sorta di formula creativa “chiave” che si compone a partire dalle richieste del cliente, a cui si aggiungono le suggestioni stilistiche che raccolgo da altri video, provenienti dai competitor, da altri professionisti in videomaking, dalle piattaforme social e non solo. Tutta questa somma viene infine moltiplicata per la mia esperienza come videomaker e per la mia personale sensibilità creativa.»

Organizza la creatività: dal brief allo storyboard

«Il brief del cliente è sempre il punto di partenza, da cui estrapolo i punti salienti con singole parole, che rappresentano i concetti espressi. Raccolgo queste parole in una mindmap, posizionando al centro il tema focus del video. Da qui, inizio ad ampliare il tutto con altre parole e concetti che mi aiutano a definire meglio l’idea di partenza. A seguire, raccolgo in una moodboard tutte le ispirazioni utili che si avvicinano al tono di voce dell’azienda, in modo da far capire al cliente lo stile che avrà il video. Approvato questo, si passa alla stesura di uno storyboard ben definito, dove vengono illustrati tutti i tecnicismi che comporranno le scene, come: le inquadrature, le angolazioni, i movimenti di macchina, le grafiche animate, i suoni, i colori, eccetera. È importante avere l’approvazione del cliente già dallo storyboard, in modo da evitare sprechi di tempo durante la produzione.»

Cura il sound design, per fare la differenza

«Oggi il suono è ciò che guida le narrazioni visive. Possiamo dire che è un elemento fondamentale, perché attraverso di esso possiamo suscitare emozioni, stimolare sensazioni e aumentare dunque il coinvolgimento umano, trasformando anche il significato delle immagini. Se si entra in contatto con la sfera esperienziale degli spettatori è più facile che il video si depositi nella mente del pubblico. Proprio per questo, suono e immagine sono strettamente legati: sincronizzarli alla perfezione non solo produce un effetto di armonia e qualità, ma permette soprattutto di rafforzare il significato delle scene.»

Scegliere la color grading non è solo questione di stile

«La color grading di solito è l’ultimo step: quello che permette di raggiungere definitivamente il mood stilistico che avevamo definito all’inizio. Uno step, anche se ultimo, da non trascurare, perché il colore ha un’importante valenza estetica, ma anche comunicativa, poiché ognuno associa differenti sensazioni in base alle tonalità dominanti. Per esempio, una color grading calda tende a ricordarci l’estate, il sole, luoghi accoglienti, un’atmosfera vintage; mentre una color grading fredda può associarsi piuttosto all’inverno, al futuro, alla tecnologia e a spazi aperti e sconfinati. È allora importante trovare la giusta gradazione di colori per favorire il raggiungimento dell’obiettivo comunicativo e implementare ancora di più il potenziale espressivo del video.»

Gestisci con ordine la fase operativa, per rework agili ed efficienti

«Troppe riprese fanno perdere tempo in fase di selezione, troppo poche, al contrario, limitano la possibilità di variare. È importante avere perciò almeno un paio di alternative per ogni ripresa. Inoltre, seguire una timeline puntuale e ordinata sarà importantissimo quando arriveranno le modifiche del cliente, così da poter procedere con modifiche e tagli, senza rischiare di perdere contenuti o dover ricostruire contenuti importanti.»

Il corporate video rimane sicuramente uno dei mezzi più efficaci per raccontare un brand, e grazie a un uso coerente di questi punti, insieme allo storytelling, è possibile sviluppare un legame tra cliente e azienda che va oltre la pura valutazione commerciale. L’obiettivo è infatti quello di favorire un processo di avvicinamento ai valori di cui il brand si fa portavoce. Hai in mente un’idea che vorresti vedere realizzata? Allora sentiamoci!